Monumento nazionale, sede della Parrocchia di “S. Casto nella Cattedrale”, intitolata a “Maria Vergine Assunta in Cielo” e “Chiesa madre nella Città di Calvi”, questa cattedrale si conserva quasi intatta nel suo impianto originario nonostante abbia subito numerosi interventi di restauro nel corso dei secoli.

Analizzando le caratteristiche architettoniche, il periodo più certo della sua costruzione è riferibile alla prima metà del XII secolo.
La chiesa ha una pianta basilicale, con transetto allineato alle murature perimetrali e con tre absidi di bella fattura a conci di tufo squadrati, lasciati a vista all’esterno, essi sporgono con una serie di archetti a tutto sesto sotto una cornice a dentelli. L’abside centrale, più alta, presenta due semicolonne in tutta la sua altezza e due monofore a tutto sesto; una terza, la centrale, venne in seguito murata.

Dal sagrato si ha una lettura completa della facciata, rivolta a ponente, monocuspidale a doppio spiovente e le altre laterali ad uno solo, incassato nel muro perimetrale della navata centrale; il portale si apre nella parte inferiore della facciata, al centro del fronte murario, con due pilastri che sorreggono l’architrave su cui poggia un arco di marmo a tutto sesto, con, nel giro esterno, un fregio a bassorilievo e due medaglioni alla sommità degli stipiti.
Il fregio sviluppa motivi  ferini e floreali contrapposti specularmente, che termina alla base con figurette umane. Sulla verticale del portale vi è un finestrone lobato, altri due più piccoli sono inseriti sulla quinta muraria delle due navate laterali, interventi di restauro del  XVIII secolo che, in qualche modo, alterano la compostezza del romanico. Sul lato sinistro, un altro portale con archivolto semplice, alla cui base un tempo era sistemata una lastra di pietra che fungeva da architrave.

Oggi, per motivi di sicurezza, questa lastra, trattandosi di un sarcofago di epoca longobarda, è stata allocata all’interno della cattedrale, il bassorilievo presenta un clipeo centrale con una figura femminile togata sorretto da due coppie di figure, sirene e tritoni e abbellita da motivo laterale ad intreccio e onde alla base.
Il sarcofago è sicuramente una importante testimonianza scultorea campana di epoca longobarda.

L’ingresso in cattedrale immette nella navata centrale coronata dalle altre due laterali, interni luminosi e sobri con interessanti elementi scultorei come l’ambone di marmo, sorretto da due colonne con capitelli sormontati da un architrave a bassorilievo, raffigurante una scena di vendemmia con baccanti. Le due colonne poggiano su due leoni, anch’essi di marmo, con le teste rivolte all’altare. Riquadri con tarsìe policrome ne ornano la parte superiore di cui, il centrale, a mosaico con in mezzo un disco di porfido rosso.

Al centro del presbiterio, sopraelevato di cinque gradini,  domina l’altare maggiore, delimitato da una balaustra in marmi policromi, sullo sfondo il coro ligneo disposto a semicerchio che disegna le linee dell’abside. Sulla sinistra del presbiterio vi è la sedia episcopale, in marmo,  datata tra il XII ed il XIII secolo, essa è sostenuta da due tapiri bardati, presenta due riquadri nei braccioli ed un’alta cuspide, il tutto rivestito da mosaici a disegno geometrico in tessere dai colori vivaci. La pedana poggia su due leoncini di marmo.

La cripta è un suggestivo ambiente sotterraneo, posto sotto il presbiterio, con volte a crociera sostenute da 21 colonne, ciascuna diversa dall’altra, sicuramente provenienti dagli edifici  dell’area archeologica.

Qui è custodita una lapide tombale, per la quale il sacerdote Rev. Prof. Antonio Santillo argomenta (sul sito www.cattedrale-calvirisorta.com ) sia dedicata al fanciullo “Celerio Giustiniano”, essendo la stessa stata rinvenuta nei pressi della basilica di S. Casto Vecchio negli anni cinquanta, laddove un’altra pietra tombale, appartenente al “Vescovo Giusto”, era stata già in precedenza trovata. Il Prof. Santillo auspica che quest’ultima possa essere data in custodia alla cattedrale, essendo, a tutt’oggi, allocata in una proprietà privata.

La Sacrestia è sul lato destro del presbiterio, le sue pareti sono affrescate con busti dei vescovi di Calvi e Teano, disposti cronologicamente, opere attribuite al pittore napoletano Angelo Mozzillo, nato nel 1737, che ne avrebbe dipinto 88. Altri ritratti sono stati aggiunti successivamente, essi sono inseriti in cornici affrescate o in olio su tela, la grandezza è proporzionale all’importanza del personaggio raffigurato

All’esterno della cattedrale si erge il campanile, posto a margine della navata destra della cattedrale, la sua probabile realizzazione risale al 1500, allorquando  fu ampliata la Sacrestia. La torre campanaria poggia su un basamento di blocchi di tufo, che si elevano su tre ordini successivi. L’impatto visivo del suo stucco bianco si scontra con il grigio tufo della zona absidale esterna.